Storia di una traduttrice, seconda parte

eventi per traduttori

Nella puntata precedente, vi ho raccontato dei miei primissimi passi nel mondo della traduzione: un corso di specializzazione, tante email senza risposta, qualche lavoretto qua e là e una collaborazione volontaria.

Il passo successivo, quello che davvero mi ha permesso di accedere a questa carriera, è stato partecipare a ogni tipo di evento per i traduttori: seminari, convegni, workshop, powwows (che cosa sono? Ve lo racconto nella prossima puntata…) e tante altre iniziative.

In questi pochi anni ho partecipato a più eventi sociali di quanto abbia fatto nei trent’anni precedenti. E non me lo sarei mai aspettato. Tendenzialmente, non mi considero una persona “sociale”: sono un po’ timida, mi imbarazza conoscere gente nuova e mi vergogno a parlare inglese con il mio accento da italiana immigrata in America negli anni ’60.

La socializzazione

Quando ho deciso di partecipare al mio primo evento mi ci sono voluti due giorni interi e due notti quasi insonni per convincermi a cliccare il tasto BUY NOW sul sito dell’evento. Ero terrorizzata all’idea di trovarmi in mezzo a tutti quei traduttori esperti, da ogni parte del mondo, che sicuramente avrebbero capito al primo sguardo che io non c’entravo nulla in quell’ambiente: nuova, inesperta e senza neanche la laurea in traduzione.

Per fortuna, al termine di queste due giornate di agonia, il lato più temerario di me ha avuto la meglio, e ha cliccato quel benedetto tasto. Nonostante ciò, il lato ma-chi-te-lo-fa-fare-stai-a-casa-fuori-è-pericoloso-non-farti-notare (che per comodità chiamerò “Tartaruga”), continuava a bisbigliarmi all’orecchio con dolcezza che avevo fatto una cazzata.

L’evento in questione era il SATT (School of Advanced Technologies for Translators) del 2018, che si è tenuto allo IULM di Milano: ignorando la Tartaruga, ho partecipato al weekend di formazione e networking ed è stata la scelta più saggia che abbia fatto in tanti anni.

Innanzitutto, ho scoperto che non ero l’unica inesperta traduttrice nel gruppo: c’erano neolaureati, studenti, ma anche gente come me che aveva solo cambiato idea e intrapreso da poco una nuova strada.
È stato catartico.

Non solo, ho anche scoperto che i traduttori esperti presenti non erano lì per puntarmi il dito contro e dirmi “ehi tu, intrusa, fuori da questo regno!” Al contrario, erano felici di conoscere la mia storia e pronti a darmi tanti consigli per aiutarmi a partire. Mi sono sentita accolta, ed è stato bellissimo.

Il grande passo

Ma c’è di più: da quell’evento è partita la mia prima collaborazione e il mio primo lavoro “vero”. Il caso infatti ha voluto che mi sedessi vicino a Giulia Greco, localization manager di Shopify in Canada. Grazie al nostro incontro, non solo ho iniziato a lavorare sul serio, ma ho anche scoperto la transcreation, diventata la mia fonte principale di lavoro e grande passione, di cui vi parlerò nelle prossime puntate.

Se avessi ascoltato la tartaruga, mi sarei persa un’esperienza bellissima e un’opportunità irripetibile.

Tartaruga nel guscio - diventare traduttori

Dopo il SATT e l’inizio della collaborazione con Shopify, ho deciso che era arrivato il momento di levare l’ancora del lavoro subordinato e navigare nel mare della libera professione. Sono diventata traduttrice a tempo pieno, insomma.

Come ho già raccontato qualche tempo fa (per la precisione qui: Le fatiche di una freelance), la professione del traduttore freelance è tendenzialmente solitaria, il che può essere un problema se si è sempre stati abituati a lavorare con dei colleghi.

Proprio per questo, partecipare agli eventi è essenziale: si conoscono colleghi, si imparano cose nuove, ci si confronta, si stringono rapporti e ci si crea una vera e propria rete di sostegno, indispensabile se vogliamo mantenere la sanità mentale.

Tra i tanti eventi a cui ho partecipato, ce n’è uno in particolare che mi sento di consigliare, utilissimo per i nuovi adepti ma non solo: la Giornata del Traduttore, che si tiene ogni anno (Coronavirus permettendo) a ottobre a Pisa.

Eventi sociali vs Coronavirus

Ma come fa un aspirante traduttore a lanciarsi nella mondanità in piena emergenza pandemica?

In effetti, tantissimi eventi sono stati cancellati in questo periodo, e le occasioni di incontrarsi di persona sono sospese a tempo indeterminato.

Per fortuna però, la tecnologia ci viene in soccorso, e diversi eventi si sono trasferiti in formato online. Certo, non è la stessa cosa, ma in questo momento anche connettersi da casa propria è meglio che non connettersi per nulla.

Non farò la lista di tutti gli eventi e le attività online che ci sono in questo periodo, ve ne cito solo alcuni che mi sono particolarmente piaciuti:

  • L’associazione ELIA ha organizzato diversi webinar per sopperire all’annullamento di ELIA Together che era previsto il 27/28 febbraio a Milano, a cui avrei tanto voluto partecipare (mannaggia al Covid-19).
  • Anche la BP Translation Conference, dopo aver annullato l’evento a Norimberga, si è trasferita online, con una settimana di webinar e chat room su Zoom, da far esplodere i computer.
    L’anno scorso ho avuto la fortuna di partecipare a una BP dal vivo nella mia città, Bologna, ed è stata un’esperienza meravigliosa. L’evento online non è paragonabile, ovviamente, ma è stato comunque un enorme successo, tanto che forse non finirà qui…
  • Un altro evento a cui ho partecipato nel 2019 è il Roadshow di Trados (SDL Trados Roadshow), un evento che si tiene due volte all’anno, di solito a Milano. Il prossimo Roadshow, previsto per il 14 maggio a Milano, è ovviamente stato annullato, ma si terrà comunque online.
  • Ultimo, ma solo in ordine cronologico, il LocFromHome, che si è tenuto il 23 aprile scorso: una dodici ore di conferenza online, ricca di spunti interessanti e di chat molto attive. I video sono disponibili sulla pagina web e, data la grande partecipazione, probabilmente avrà un seguito a breve.

Facendo qualche ricerca su Google, Facebook o LinkedIn, potete trovare un mare di altri eventi, gratuiti o con prezzi molto accessibili, per riempire le vostre giornate in quarantena.

Partecipate!

Se anche voi avete un lato Tartaruga, sappiate che gli eventi online mettono molto meno in ansia la testuggine: si sta in casa, in un ambiente protetto, e non serve neanche levarsi i pantaloni del pigiama.

Perciò approfittatene! Lavatevi i denti, cambiatevi la maglia con gli unicorni, accendete i portatili, preparatevi un caffè e connettetevi!

E, quando sarà di nuovo possibile, partecipate dal vivo a questi eventi, incontrate colleghi, ascoltate, imparate, condividete, anche se siete timidi: lo siamo quasi tutti.

Se siete curiosi di sapere come prosegue la mia storia e quali altri strumenti mi hanno aiutata a diventare una traduttrice, non perdetevi la prossima puntata!

Stay tuned!