Qualche anno fa ho trascorso un mese a Berlino (un mese meraviglioso aggiungerei), per frequentare un corso di tedesco.
Ho tantissimi ricordi di quel mese. Mi ricordo le lezioni la mattina alla Neue Schule, il profumo dei thermos di caffè, i tanti accenti diversi dei miei compagni di classe, ognuno proveniente da una diversa zona del mondo, ognuno arrivato a Berlino con una speranza, una storia, un’aspettativa. Mi ricordo i pomeriggi passati al Tiergarten a bere birra e fingere di studiare per il giorno dopo, i weekend a farmi incantare dalla magia di una città piena di storia e di futuro. Mi ricordo i viaggi in metropolitana, le spese all’ EDEKA, le passeggiate lungo la Sprea al tramonto, le birre seduta sulla sdraio in Alexander Platz, i curry würst, lo shopping al KaDeWe, e mille immagini, suoni, profumi, colori di una città che custodisco nella memoria per prendere una boccata d’aria dall’asfissiante quotidianità.


Ricordo soprattutto la sensazione di libertà che mi ha dato Berlino. La sensazione di trovarmi in un luogo dove ciascuno può essere ciò che vuole, senza il peso del pregiudizio, un luogo dove gente proveniente da paesi diversi, con culture diverse e pensieri diversi, può vivere assieme, amalgamata in un unico gigantesco ombelico del mondo.
Ho avuto l’impressione che la Storia avesse lasciato un segno indelebile in quella città, una cicatrice da cui era scaturito un cambiamento radicale, un futuro reso possibile dal coraggio di abbattere un muro.

Eppure, anche a Berlino si annida, come ovunque nel mondo, il germe del razzismo, della violenza, dell’intolleranza. Anche a Berlino succede che dei ragazzini vengano bullizzati, picchiati e insultati per la loro etnia o religione, o per il loro orientamento sessuale. Anche a Berlino, a quanto pare, non tutti i muri sono stati abbattuti.
Leggendo Deutsche Welle, un sito di informazione tedesco, mi sono imbattuta in questo articolo che parla di antisemitismo nelle scuole di Berlino. E leggere di antisemitismo in Germania, per di più a scuola, fa sempre un brutto effetto.

L’antisemitismo nelle scuole tedesche sarà affrontato da commissari anti-bullismo

Il ministro della famiglia tedesco Franziska Giffey intende inviare esperti di prevenzione del bullismo nelle scuole per frenare l’aumento degli attacchi anti-ebraici. Negli ultimi mesi si è assistito a episodi di bullismo antisemita, in particolare nelle scuole berlinesi.
Il ministro della famiglia Franziska Giffey ha riferito all’edizione di giovedì del quotidiano tedesco Rheinische Post di voler finanziare 170 esperti di prevenzione del bullismo, da inviare in alcune scuole tedesche selezionate.
Alla domanda se l’antisemitismo sia un problema crescente nelle scuole ora che la Germania ha più allievi di paesi ostili ad Israele, il ministro ha risposto che “l’antisemitismo nelle scuole è un grosso problema”.
“Abbiamo bisogno di prendere sul serio il bullismo religioso nelle aule e nei parchi giochi della scuola, indipendentemente da chi siano i bulli”, ha detto al giornale.
Ha sottolineato che gli insegnanti hanno bisogno di assistenza per combattere i bulli di qualsiasi tipo. “A scuola, i bambini devono imparare il rispetto e come vivere insieme pacificamente, questo è il fondamento di una società pacifica”.
Le scuole tedesche, specialmente nella capitale, hanno visto un aumento di episodi antisemiti. Nella scuola John F. Kennedy, uno studente è stato vittima di bullismo per mesi, con insulti antisemiti e immagini di svastiche.
Altre scuole hanno segnalato bullismo antisemita e attacchi motivati ​​dal sentimento anti-israeliano di alcuni studenti musulmani.
Le ultime statistiche governative pubblicate nel maggio 2018 dimostrano che oltre il 90 per cento dei crimini antisemiti sono perpetrati dall’estrema destra.
Felix Klein, commissario all’antisemitismo in Germania, e vari gruppi germano-ebraici, tuttavia, sottolineano che, in mancanza di un movente certo, il crimine antisemita viene statisticamente attribuito all’estrema destra.
“Ci sono considerevoli prove che l’antisemitismo di matrice musulmana sia molto più alto”, ha affermato Klein lo scorso maggio.
I critici, tuttavia, precisano che il problema non è così grave come potrebbe sembrare, in quanto le statistiche non mostrano un aumento significativo degli attacchi antisemiti. Nel 2017, ci sono stati 1.504 casi registrati – un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente.