Se i primi resti umani sono stati ritrovati in Africa e non in Siberia una ragione ci deve essere. Evidentemente l’essere umano non è nato per stare al freddo, e questo è ciò che mi dico tutte le mattine d’inverno quando devo prendere la difficilissima decisione di uscire dal caldo piumone e affrontare il gelido risveglio.
L’influenza, normalmente, arriva col freddo, i raffreddori arrivano col freddo, virus e malanni vari si scatenano col freddo. D’inverno ci si ammala, d’estate solo quando si è particolarmente amati dalla sfiga.
La saggezza delle mamme, e delle nonne, ci insegna che testa e piedi devono stare al caldo, e la maglietta della salute può essere dismessa solo nei mesi di luglio e agosto.


Tutto ciò dovrebbe essere sufficiente a farci pensare che la salute e la temperatura esterna possano essere collegate.
Quello che forse non tutti sanno, però, è che anche la temperatura corporea può influenzare il nostro stato di salute, e in maniera diversa da quello che potremmo aspettarci: una temperatura alta infatti, lungi dall’essere un male, può addirittura essere uno strumento di guarigione.
Quindi niente paura, se la febbre sale lasciamola salire! Questo almeno secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’università di Warwick, citato dal Science Daily in questo articolo, che traduco qui sotto.

Una temperatura corporea più alta combatte meglio le infezioni e i tumori: i ricercatori ci spiegano in che modo

Più alta è la nostra temperatura corporea, più velocemente il nostro corpo mette in moto un sistema di difesa chiave che combatte tumori, ferite o infezioni

Più alta è la nostra temperatura corporea, più velocemente il nostro corpo mette in moto un sistema di difesa chiave che combatte tumori, ferite o infezioni, secondo una nuova ricerca condotta da un team multidisciplinare di matematici e biologi delle Università di Warwick e Manchester.

I ricercatori hanno dimostrato che lievi aumenti di temperatura (come quelli registrati durante una febbre) accelerano la velocità di un “orologio” cellulare che controlla la risposta alle infezioni. Questa nuova scoperta potrebbe portare allo sviluppo di farmaci più efficaci e più rapidi, mirati a una proteina chiave coinvolta in questo processo.
I biologi hanno scoperto che i segnali di infiammazione attivano le proteine ​​”Nuclear Factor kappa B” (NF-kB), che fanno partire una sorta di orologio, in cui le proteine ​​NF-kB si muovono avanti e indietro, dentro e fuori il nucleo della cellula, dove attivano e disattivano i geni.
Ciò consente alle cellule di rispondere a un tumore, a una ferita o a un’infezione. Le proteine NF-kB non controllate sono associate a malattie infiammatorie, come il morbo di Crohn, la psoriasi e l’artrite reumatoide.
A una temperatura corporea di 34 gradi, l’orologio NF-kB rallenta. A temperature più elevate rispetto alla normale temperatura corporea di 37 gradi (come nella febbre, 40 gradi), l’orologio NF-kB accelera.
I matematici del Systems Biology Center dell’Università di Warwick hanno calcolato come l’aumento della temperatura provochi l’accelerazione del ciclo.
Nella loro ipotesi, una proteina chiamata A20 (essenziale per evitare le malattie infiammatorie) potrebbe essere attivamente coinvolta in questo processo. Hanno quindi rimosso A20 dalle cellule, scoprendo che l’orologio NF-kB perdeva la sensibilità agli aumenti di temperatura.
Il professor David Rand, professore di matematica e membro del Zeeman Institute for Systems Biology and Infectious Disease Epidemiology (SBIDER) dell’università di Warwick, ha spiegato che nella vita quotidiana l’orologio biologico controlla i piccoli cambiamenti (1,5 gradi) della temperatura corporea nelle 24 ore.
“La temperatura corporea più bassa durante il sonno potrebbe fornire una spiegazione affascinante su come il lavoro su turni, il jet lag o i disturbi del sonno causino un aumento delle malattie infiammatorie” ha commentato Rand.
Il matematico Dan Woodcock dell’Università di Warwick ha dichiarato: “questo è un buon esempio di come la modellazione matematica delle cellule possa portare a nuove e utili conoscenze biologiche”.
Mentre le attività di molti geni controllati da NF-kB non erano influenzate dalla temperatura, un gruppo chiave di geni mostrava profili alterati alle diverse temperature. Questi geni termosensibili includevano i regolatori infiammatori chiave e i controllori della comunicazione cellulare che possono alterare le risposte cellulari.
Questo studio dimostra che la temperatura modifica l’infiammazione delle cellule e dei tessuti in modo biologicamente organizzato e suggerisce l’introduzione di farmaci che possano modificare più precisamente la risposta infiammatoria prendendo di mira la proteina A20.
Il professor Mike White, biologo dell’Università di Manchester, ha affermato che lo studio fornisce una possibile spiegazione di come sia la temperatura ambientale che quella corporea influenzino la nostra salute:
“Sappiamo da tempo che l’influenza e le epidemie da freddo tendono a peggiorare in inverno quando le temperature sono più basse. Inoltre, i topi che vivono a temperature più elevate soffrono meno di infiammazioni e di cancro. Questi cambiamenti possono ora essere spiegati da risposte immunitarie alterate a diverse temperature. ”

Riferimenti: C. V. Harper, D. J. Woodcock, C. Lam, M. Garcia-Albornoz, A. Adamson, L. Ashall, W. Rowe, P. Downton, L. Schmidt, S. West, D. G. Spiller, D. A. Rand, M. R. H. White. Temperature regulates NF-κB dynamics and function through timing of A20 transcriptionProceedings of the National Academy of Sciences, 2018; 201803609 DOI: 10.1073/pnas.1803609115