Finalmente arriva l’estate. Sole, caldo, magliette a maniche corte, vestiti leggeri, luce fino a tardi e aperitivi all’aperto. Attendo questo momento per tutto il grigio inverno bolognese, e quando sta per arrivare solo due cose turbano il risveglio del mio buonumore: il cambio di stagione nel mio armadio (sono assolutamente certa che i vestiti stipati nei sacchetti dalla stagione precedente copulino e si riproducano fra loro) e, più di tutto, il ritorno degli insetti.
Sono un’amante degli animali, ma gli insetti non rientrano proprio tra le mie specie preferite. Tuttavia tollero la maggior parte di loro in quanto parte essenziale del nostro ecosistema, ammiro anche alcuni insetti per il loro ingegno, come le api, le formiche e i ragni ad esempio.
Ma le zanzare no. Le zanzare proprio le detesto. Mi basta avvertire il ronzio lontano di una zanzara nella stanza in cui mi trovo per sentire il battito cardiaco che accelera, il respiro che diventa affannoso e un ancestrale istinto omicida che sale al mio cervello e mi porta alla ricerca spasmodica di qualunque arma, anche chimica, per eliminare il mio nemico.
Sebbene il mio sia un sentimento condiviso da buona parte della popolazione umana, ho sempre pensato che la mia reazione fosse un po’ esagerata. In fin dei conti una zanzara non ha mai ucciso nessuno…
O sbaglio?


Ecco un articolo che allevia istantaneamente i miei sensi di colpa verso quelle piccole canaglie alate.
Dal Science Daily, traduzione mia.

La zanzara non è solo una siringa vivente: la sua saliva innesca un’inaspettata risposta immunitaria

La stagione delle zanzare è dietro l’angolo. In questo periodo il rischio di contrarre malattie potenzialmente gravi trasmesse dalla puntura di questi insetti è più elevato del solito. Le zanzare possono perfino aumentare la gravità delle malattie che trasmettono, e i ricercatori ritengono che la loro saliva giochi un ruolo attivo in questo processo. Un team di ricercatori del Baylor College of Medicine ha esaminato da vicino l’effetto della saliva di zanzara e ha scoperto che può innescare un’inattesa varietà di risposte immunitarie in un modello animale del sistema immunitario umano. Questi risultati offrono l’opportunità di sviluppare strategie efficaci per prevenire la trasmissione di malattie da parte delle zanzare. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases.
“Miliardi di persone in tutto il mondo sono esposte a malattie trasmesse dalle zanzare, e molto spesso non esistono trattamenti efficaci”, ha affermato l’autrice principale, la dott.ssa Rebecca Rico-Hesse, professore di microbiologia e virologia molecolare al Baylor College of Medicine. “Uno degli interessi del mio laboratorio è studiare lo sviluppo della febbre dengue, causata dal virus dengue trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti“.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che ogni anno in tutto il mondo si verifichino 100 milioni di infezioni da virus dengue e 22.000 decessi, soprattutto tra i bambini. Secondo i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, più di un terzo della popolazione mondiale vive in aree a rischio di infezione, rendendo il virus dengue una delle principali cause di malattia e morte nei tropici e nei subtropici.
“Uno dei limiti principali nello studio della febbre dengue è che il virus provoca la malattia solo negli esseri umani, perciò nessun altro animale può essere usato come modello per sviluppare misure preventive e terapeutiche”, ha detto Rico-Hesse. “Per superare questa sfida, abbiamo lavorato con un modello murino del sistema immunitario umano”.
Si tratta di “topi umanizzati”, che sono stati sviluppati da altri gruppi di ricerca partendo da topi nati naturalmente senza il loro sistema immunitario. Questi topi gravemente immunodeficienti hanno ricevuto cellule staminali umane che hanno dato origine a molti dei componenti del sistema immunitario umano, creando un modello animale vivente umanizzato con cui Rico-Hesse e i suoi colleghi sono in grado di studiare i fattori che possono influenzare lo sviluppo della febbre dengue.


“Nel 2012 abbiamo dimostrato che somministrare il virus dengue nei topi umanizzati mediante punture di zanzara o mediante iniezione comportava sviluppi della malattia significativamente diversi”, afferma Rico-Hesse. “Il fatto interessante è che la somministrazione del virus mediante puntura di zanzara ha generato una malattia più simile a quella umana rispetto a quanto osservato dopo la somministrazione del virus per iniezione. Quando il dengue è stato trasmesso dalle zanzare, i topi hanno avuto più eruzioni cutanee, più febbre e in generale più sintomi simili a quelli riscontrati negli esseri umani affetti dal virus”.
Queste osservazioni rafforzano l’idea che le zanzare non agiscano semplicemente come “siringhe”, limitandosi a iniettare i virus negli animali di cui si nutrono. La loro saliva sembra contribuire in modo significativo allo sviluppo della malattia, il che ha spinto Rico-Hesse e i suoi colleghi a indagare su quale potrebbe essere il suo ruolo. Il primo passo è stato determinare l’effetto delle punture di zanzare prive di virus sulla risposta immunitaria umana nei topi umanizzati.
Una risposta inaspettatamente complessa
Per testare l’effetto della saliva di zanzara priva di virus sui topi umanizzati, i ricercatori hanno appoggiato una fiala contenente zanzare sotto le zampe dei topi in anestesia. Ciascuna zampa ha riportato quattro punture di zanzare.
Successivamente, i ricercatori hanno prelevato sangue e altri campioni di tessuto a distanza di sei ore, ventiquattro ore e sette giorni dalle punture di zanzare, e hanno determinato i livelli di citochine, molecole che modulano la risposta immunitaria, nonché il numero e l’attività di diversi tipi di cellule immunitarie. Questi risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti da topi non punti dalle zanzare.
Per determinare questi risultati, i ricercatori hanno utilizzato tecniche altamente sensibili – citometria a flusso per l’analisi delle cellule immunitarie e analisi multiplex bead array per le citochine – che hanno permesso loro di analizzare le risposte immunitarie in modo molto dettagliato. Questo approccio ha prodotto risultati sorprendenti.
“Abbiamo scoperto che la saliva somministrata dalle zanzare induceva una risposta immunitaria varia e complessa che non ci aspettavamo”, ha affermato il co-autore Dr. Silke Paust, ricercatore di pediatria al Baylor and Texas Children’s Hospital. “Ad esempio, sia le risposte delle cellule immunitarie che i livelli delle citochine hanno subito conseguenze. Abbiamo notato l’attivazione delle cellule T helper 1, che generalmente contribuiscono all’immunità antivirale, così come l’attivazione delle cellule T helper 2, collegate a risposte allergiche”.
In diversi momenti, i livelli e le attività di altri tipi di cellule immunitarie aumentavano mentre altri diminuivano. Nel complesso, i ricercatori hanno riscontrato prove del fatto che la sola saliva di zanzara può scatenare risposte immunitarie durature – fino a sette giorni dopo la puntura – in diversi tipi di tessuti, tra cui sangue, pelle e midollo osseo.
“La diversità della risposta immunitaria mi ha particolarmente colpito. È un fatto sorprendente, se si pensa che non si è verificata alcuna infezione reale con nessun tipo di agente infettivo”, ha detto Paust, che è anche un membro del Comprehensive Cancer Center Dan L Duncan del Baylor College of Medicine. “Questi risultati dimostrano che i componenti della saliva delle zanzare possono modulare la risposta immunitaria nei topi umanizzati.”
I ricercatori porteranno avanti questo studio esaminando quali delle oltre 100 proteine ​​nella saliva delle zanzare hanno effetti sul sistema immunitario, o possono rendere i virus più contagiosi. Identificare queste proteine ​​potrebbe aiutare a trovare una strategia per combattere la trasmissione della febbre dengue e di altre malattie causate da virus trasmessi da Aedes aegypti, come il virus Zika, il virus chikungunya e il virus della febbre gialla.
“Ci auguriamo che il nostro lavoro possa essere di ispirazione per continuare le ricerche in questo settore, con l’obiettivo a lungo termine di utilizzare la nostra conoscenza su come la saliva moduli il sistema immunitario a scopi terapeutici”, ha dichiarato Paust.

Riferimenti: Megan B. Vogt, Anismrita Lahon, Ravi P. Arya, Alexander R. Kneubehl, Jennifer L. Spencer Clinton, Silke Paust, Rebecca Rico-Hesse. Mosquito saliva alone has profound effects on the human immune systemPLOS Neglected Tropical Diseases, 2018; 12 (5): e0006439 DOI: 10.1371/journal.pntd.0006439